Da kurageart, 10 Agosto, 2024

Rotoscoping (Rotoscopia?) Una tecnica di animazione che consiste nel ricalcare i fotogrammi di un film girato, con attori reali (umani, animali, o eventi fisici) per studiare movimenti realistici da applicare ad un soggetto animato.

Usata in maniera molto produttiva in un gran numero di animazioni , fra cui quelle disney , o in videoclip come quello degli A-ha “Take on Me”.

Da kurageart, 10 Agosto, 2024

( Intercalazione automatica di fotogrammi chiave)

Nasce dalle tecniche dell’ animazione tradizionale spiegate in precedenza: Un oggetto viene disegnato sovradimensionato rispetto all’ area che dovrà essere visualizzata, e poi viene mosso leggermente ogni fotogramma.

Oppure un oggetto potrà essere disegnato su sfondo trasparente, collocato su uno sfondo, e mosso gradualmente.

Da kurageart, 10 Agosto, 2024

Un fotogramma di “Biancaneve” di Walt Disney

(fotogramma per fotogramma).

 

E’ il tipo di animazione usato “tradizionalmente” : a un disegno ne segue un altro , leggermente diverso dal primo.

Il susseguirsi rapido dei disegni crea l’ illusione del movimento.

E’ una tecnica dispendiosa in termini di tempo, in quanto ogni fotogramma deve essere disegnato da zero.

Da kurageart, 10 Agosto, 2024

Il susseguirsi sequenziale rapido di immagini crea l' illusione del movimento.

Oltre ai sette fotogrammi al secondo, l' occhio umano inizia a percepire le immagini non più come immagini statiche, ma come un ' animazione.

L' illusione del movimento non si ricrea soltanto con una serie di disegni, ma anche, in altri ambiti, con altre tecniche.

Ombre cinesi, marionette, burattini al teatro, animatroni nei lunapark.

Da kurageart, 10 Agosto, 2024

Una breve appendice, scritta per un saggio sul "Futurismo elettronico" della pittrice Tina Saletnich.

Ho incluso il testo completo che avevo originariamente scritto, perché , non trattandosi di carta stampata, non ci sono sprechi nè abbattimenti di poveri alberelli, e se alcune cose magari non sono rilevanti per un saggio di pittore, sono sicuramente interessanti sul lato elettronico delle arti.

Mi chiedo, se passata la fascinazione anni 90 sulla new economy, sulle meraviglie del telelavoro, sul web 2.0, sul virtuale, abbia ancora senso parlare di artista digitale e artista analogico, o meglio tradizionale.

Secondo una definizione datata e canonica, l' artista digitale usa il computer (in maniera non banale) come strumento creativo, creando opere completamente sintetiche, o manipolando i media tradizionali (vedi wikipedia).

Una serie di immagini ottenute con apparati fotografici di Grande Formato.

“Grande”, è tutto ciò che va oltre il medio formato, che usa una pellicola di 6 centimetri di larghezza (il “classico” formato 35 mm usa una pellicola di soli 24mm di larghezza!).

Di solito scatto nel formato americano 4″x 5″ (10x12cm circa) , 9x12cm (la versione europea del 4×5 americano), 13x18cm, 5″x7″ con macchine autocostruite o antiche.

La fotografia, come tutte le tecniche, ha subito negli anni innumerevoli innovazioni e mutamenti.

Di solito, quando si parla di innovazione, si parla di vantaggi dal punto di vista di usabilità e qualità.

Con la fotografia, i vantaggi evolutivi più evidenti degli ultimi 70 – 80 anni sono sicuramente stati in termini di ergonomia, portabilità e facilità di condivisione del materiale visivo prodotto.

Minori in termini di qualità.

Ma andiamo per gradi:

Da piccolo giocavo al piccolo chimico. Quando ho letto che era possibile sviluppare le pellicole e le carte per il bianco e nero con ingredienti casalinghi, non potevo che provare il processo. Per produrre il caffenol In pratica serve : caffè solubile, soda caustica (non il bicarbonato, ma il carbonato di sodio), acido ascorbico (forse il succo di limone protrebbe funzionare ugualmente), acqua.